AGI - Il dna sulle unghie di Chiara Poggi può essere attribuito per l'analisi biostastistica ad Andrea Sempio ma per la perita Denise Albani non è possibile stabilire con "rigore scientifico" se gli aplotipi "provengano da fonti del DNA depositate sotto o sopra le unghie della vittima e, nell'ambito della stessa mano, da quale dito provengano, quali siano state le modalità di deposizione del materiale biologico originario, perché ciò si sia verificato (per contaminazione, per trasferimento avventizio diretto o mediato), quando sia avvenuta la deposizione del materiale biologico". Sono le conclusioni della perizia anticipate dal Tg1 e lette dall'AGI.
Nella perizia si legge che la riconducibilità del dna ad Andrea Sempio e a "tutti i soggetti a lui imparentati in via patrilineare" "va da moderatamente forte a forte sulla base della popolazione di riferimento" in relazione al materiale genetico analizzato un'unghia della mano destra ed è "moderata" in relazione all'unghia della mano sinistra di Chiara Poggi. In ogni caso, "l'analisi del cromosoma y non consente di addivenire a un esito di identificazione di un singolo soggetto".
La difesa di Sempio, perizia effettuata su risultati non consolidati
"Le valutazioni statistiche sono state fatte su risultati non consolidati, possibilmente 'artefatti (cioè erronei), che attestano dna di più persone, che non si sa se depositato in seguito a contatto diretto o con una stessa superficie, non si sa oltretutto quando: queste le premesse della perizia, che, in tutta evidenza, svalorizzano le conclusioni statistiche su quei dati". È il commento dell'avvocato Liborio Cataliotti, legale di Andrea Sempio, agli esiti della perizia.
Legali Poggi, non è emerso nulla di nuovo
"Dalla lettura delle conclusioni della perizia svolta con serietà e riserbo dalla Polizia di Stato apprendiamo che nulla di nuovo è emerso a carico del signor Sempio rispetto a quanto già noto". Lo scrivono gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna commentando gli esiti della perizia sull'omicidio di Garlasco. "Sono trascorsi ormai oltre nove mesi da quando, con cadenza quotidiana, la famiglia Poggi viene esposta a un massacrante gioco mediatico i cui fini non sono noti - proseguono i difensori -. L'unico dato certo e infatti trascurato è il rinvenimento di dna del condannato Stasi e di Chiara sui reperti che testimoniano gli ultimi momenti di vita della vittima. Ci auguriamo che tutto venga alla fine valutato con la dovuta attenzione e rispetto che si devono alla sentenza coperta dal giudicato".
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