AGI - Le pietre “parlanti” esistono davvero. Si trovano ad Anagni, nel Lazio, Città dei Papi che ha dato i natali a due pontefici: Gregorio IX e Bonifacio VIII. I sassi intagliati della Cattedrale medioevale - “costruita dal vescovo Pietro da Salerno tra il 1072 e il 1104”, riferisce il sito internet della chiesa - di cose ne hanno viste e “dette” tante, alcune sono state perfino clamorose.
Forse la vicenda più nota è lo schiaffo di Anagni a Bonifacio VIII del 1303. Ma gli scandali a cinque stelle non finiscono qui. Per esempio, tra queste mura è stata promulgata la scomunica dell’imperatore Federico Barbarossa (1160), sono stati canonizzati il re d’Inghilterra Edoardo III (1161) e la beata Chiara da Assisi (1255), è stata proclamata una crociata (nel 1328 nei confronti di Ludovico il Bavaro) e la cittadina è stata sconvolta da un violento terremoto (1349-1350).
E poi l’evento che ancora oggi “canta” la sua meraviglia: gli affreschi realizzati tra la fine del XII secolo e gli inizi del successivo sulla pietra della cripta di San Magno, nella Cattedrale.
Erano i tempi di papato contro impero, gli anni in cui Gregorio IX sosteneva la supremazia del Cielo sugli uomini, mentre Federico II (da lui scomunicato) si autoproclamava modello di perfezione voluto dall’Alto per governare in terra. Perciò, ciascuno esibiva il suo manifesto politico: il papa gli affreschi di Anagni e l’imperatore l’ottagonale Castel del Monte ad Andria, in Puglia, i cui lavori sono cominciati una manciata di anni dopo il cantiere frusinate, ovvero “nel 1240”, come riporta il ministero della Cultura citando “il primo documento utile alla datazione”.
Insomma, potenti che si oppongono l’uno all’altro attraverso pietre che parlano ad altre pietre. Uno scenario suggestivo portato in primo piano dal professore di Scienza e filosofia politica alla Facoltà di Studi politici della Seconda università di Napoli, Antimo Cesaro (con un passato da sottosegretario ai Beni culturali nei governi Renzi e Gentiloni), che ha dedicato vari lavori all’arte federiciana.
“Tutti i temi simbolici del complesso decorativo anagnino – sostiene il prof – sono l’esaltazione dell’ordine gerarchico del mondo (eterno e immodificabile) prestabilito da Dio”. Mentre “a giudizio di Federico – continua l’esperto - era stata la diretta volontà di Dio ad innalzarlo al di sopra di tutti i principi della terra, elevandolo alla dignità imperiale”.
L’analisi di Cesaro si trova nel suo scritto “Il potere magico di Federico II signore del mondo e degli elementi. Ideologia del sapere e ideologia del potere negli affreschi della cripta della Cattedrale di Anagni”, pubblicato nella rivista “Orbis Idearum” (“European Journal of the History of Ideas”, rivista europea di Storia delle idee), presente pure nel libro “Machina mundi” della FrancoAngeli.
“Una visione distesa delle immagini distribuite lungo le volte della cripta – fa notare Cesaro - palesa la natura limitata dell’uomo in uno spazio e in un tempo governati dall’ordine divino e la funzione insostituibile della Chiesa nell’indirizzare e governare l’uomo”. Ogni cosa, invece, cambierebbe nella forma ottagonale del castello.
“Nella tradizione simbolica – spiega ancora il professore - il quadrato è la quadripartizione degli elementi, dei punti cardinali o delle stagioni, la complessiva e immutabile stabilità dell’universo. Il cerchio (o la sfera) può richiamare l’originaria rappresentazione dell’’homo’. Cerchio e quadrato hanno in comune otto punti generati dal quadrato nella circonferenza. Congiungendoli – conclude l’autore - nasce una nuova figura geometrica, l’ottagono. L’imperatore Federico II tentava il dominio simbolico dello spazio e del tempo".
Le pietre di Cattedrale e Castello sono belle e “loquaci”, nel XIII secolo però non erano certo comprensibili a tutti. “Una raffigurazione così metaforica non sembra diretta alla massa dei fedeli”, commentava in “Alcune considerazioni in margine agli affreschi” la medioevalista Chiara Frugoni, già professoressa a Tor Vergata (scomparsa nel 2022) citata nel testo di Antimo Cesaro.
Comunque sia, papa e imperatore si sentivano entrambi legittimati dal divino: pretesa, del resto, che è sempre stata usata dagli uomini per rivestire di soprannaturale le loro “imprese”.
Qualche esempio: i crociati (“Dio lo vuole”), gli imperatori orientali (“mandati dal cielo”), i nazisti (“Dio è con noi”), il miliardario statunitense Donald Trump (“Dio vuole che io sia presidente”, frase pronunciata dopo l’attentato da lui subito nel luglio 2024 durante un comizio a Butler, in Pennsylvania), i terroristi islamici (“Allāhu akbar”, Allah è il più grande, espressione della religione islamica e non del terrorismo) o il “popolo eletto da Dio”, idea deformata dagli estremisti ebrei.
Come riporta “Treccani Esperienze”, “Castel del Monte custodisce ancora irrisolto l’enigma della sua destinazione d’uso”. Però una cosa è certa: nel 1996 il sito federiciano è stato riconosciuto dall’Unesco “patrimonio mondiale”.
Anagni, invece, è il primo della lista dei venticinque Comuni “che hanno manifestato il proprio interesse – ha fatto sapere il Mic l’8 luglio scorso - a candidarsi al titolo di ‘Capitale italiana della Cultura’ per l’anno 2028”. Tra i due è ancora contesa.

